le imprese e l'internet



Appendice
Un sito web che funziona

Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, un sito web non è una necessità.
Ci sono importanti attività nell’internet che si possono svolgere senza “avere un sito”.
Soprattutto, una “presenza web” è un punto di arrivo e non un punto di partenza.
Questo è ovvio se si imposta il problema secondo le normali logiche di impresa;
ma stranamente nel caso delle nuove tecnologie accade spesso che si segua
il percorso inverso, con risultati quasi sempre deludenti – se non autolesionisti.
Tuttavia è abbastanza probabile che un coerente ed efficace progetto
di attività online porti, presto o tardi, ad avere anche un sito web – o più di uno.
Questa appendice riassume alcuni dei criteri che è opportuno seguire
nella progettazione, gestione e manutenzione di un sito.




Per cominciare: in aggiunta a quelli citati nella premessa ci sono alcuni altri “miti da sfatare”, cioè pregiudizi diffusi che non aiutano a operare in modo efficiente e spesso generano sprechi e delusioni.


  • I “grandi numeri” non sono importanti.
    Non è necessario che un sito abbia una frequentazione molto numerosa. Nella maggior parte dei casi in grande afflusso indifferenziato non è un vantaggio, è un problema. La qualità conta molto più della quantità. Dieci visitatori specificamente interessati valgono molto di più di mille “vagabondi di passaggio”. Soprattutto all’inizio è meglio avere pochi visitatori, con cui verificare la funzionalità del sito e dei servizi offerti, per poter correggere gli inevitabili errori e affinare le relazioni, prima di sviluppare l’attività su scala più ampia.

  • “Essere i primi” non è una priorità.
    Soluzioni dettate dalla fretta producono più problemi di quanti ne risolvono. È molto più importante “essere i migliori”, in termini di qualità e servizio.

  • Non un eccessivo investimento iniziale.
    Ci sono imprese italiane che hanno speso (e sprecato) miliardi per mettere un sito online, con conseguenze catastrofiche. Per cominciare bene occorre un investimento adeguato (soprattutto in definizione delle strategie, organizzazione del progetto e sviluppo delle risorse umane) ma è importante che si predispongano fin dall’inizio investimenti continuativi e graduali più che tentare di fare “tutto e subito”.

  • Un sito non è un “portale”.
    Quanto più ristretto e specifico è l’obiettivo, tanto più efficace è la funzione di un sito e più gestibile è la sua attività. Solo in casi particolari (e in base a specifiche esigenze della strategia d’impresa) può avere senso assumere il ruolo di “portale” cioè cercare di essere un punto di riferimento più esteso rispetto alla “missione” specifica dell’impresa. In questa ipotesi l’impegno – soprattutto per la generazione e la gestione dei contenuti – è molto maggiore che nel caso di un sito aziendale con obiettivi più “mirati” e gestibili.

  • Continuità ed evoluzione, non fretta.
    Un sito efficace, funzionale e di successo non “nasce adulto”. Cresce con il tempo e con l’esperienza. Una crescita graduale e un’evoluzione progressiva (pilotate il più possibile dalle relazioni, dal dialogo e dalle esigenze di chi accede al sito) sono molto più efficaci, e meglio gestibili, di una diffusione “forzata” e artificialmente affrettata. Anche un’evoluzione “spontanea” può avere accelerazioni improvvise e “troppo veloci” – ma è sempre meglio governabile di un progetto frettoloso in cui si preme sull’acceleratore prima di aver sufficientemente esplorato il percorso.



precedente indietro                                       avanti successivo



 
 
Questo è il capitolo 22 (di 32)
del libro Le imprese e l’internet
di Giancarlo Livraghi e Sofia Postai
L’indice si trova su
http://gandalf.it/upa/
 


indice
indice

Homepage Gandalf
home